LUCIANO CECCHINEL, poeta dialettale, nostro amico e sodale, immerso nel territorio e voce europeista, ha vinto il PREMIO VIAREGGIO 2020 PER LA POESIA con “DA SPONDA A SPONDA”, poesie nate dai suoi pellegrinaggi in AMERICA (terra dove è nata sua madre): epopea di affetti famigliari, ascoltando quella terra

Luciano Cecchinel (nella foto), ha vinto il Premio Viareggio Poesia 2020 con la raccolta “DA SPONDA A SPONDA” (Arcipelago Itaca), poesie nate dopo i viaggi in America dai parenti di sua madre, che lì era nata: l’epopea dei nonni materni e della madre Annie, costretti a rientrare in Veneto dopo la crisi del 1929; per poi il poeta concentrarsi sull’epica del «vagabondare»

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LUCIANO CECCHINEL HA VINTO IL PREMIO VIAREGGIO PER LA POESIA

di Roberto Grigoletto, 1/9/2020, da https://www.oggitreviso.it/

– Assegnato al poeta trevigiano uno dei massimi riconoscimenti letterari –

REVINE LAGO È rientrato da poche ore da Viareggio, dove è andato a ritirare uno dei più prestigiosi premi letterari. Luciano Cecchinel, tra le più rinomate voci poetiche dialettali, a detta dei più l’erede di Zanzotto (altro vincitore del “Viareggio”), ci risponde al telefono della sua casa di Revine Lago: “Alzi la voce, però; ho qualche problema di udito”. Ma più che “sentire” Cecchinel nella sua vita ha sempre saputo “ascoltare” e tradurre tutto magistralmente in versi.

L’autorevole premio Viareggio-Rèpaci: un meritato riconoscimento.
Un risarcimento della vita. Da vent’anni non concorrevo più a premi letterari. E nemmeno in questa occasione avevo inviato opere alla Giuria. La quale avrà probabilmente voluto premiare il mio percorso di poeta. Suppongo.
Suppone?
Io non ricordo mica bene ciò che è stato letto nella motivazione quando sono stato insignito del Premio, l’altro ieri. Solo qualche frammento: hanno evidenziato la suggestione con la quale nelle mie opere ho riportato la cultura indigena e quella trapiantata; l’emigrazione; il sogno americano.

E lei cosa, a sua volta, che cosa ha risposto?
Ho replicato con le parole di Andrea Zanzotto: grazie alla produzione dialettale posso essere definito un elfo martirizzato. Nel mio caso un vagabondo, per la verità… Sì ma alla Giuria l’ho detto chiaro: non ho più lo spirito per farlo, il vagabondo.
Di viaggi “Da sponda a sponda”, (la raccolta con la quale si è aggiudicato il “Viareggio”) ne ha fatti di lunghi e intensi.

Sono stati “pellegrinaggi”; sono andato dai parenti di mia madre. Sono tutti lì, in America. E l’America l’ho passata con i miei occhi: nel 1984, nel 1995 e nel 2016. Il penultimo con mia figlia, che poi si è ammalata ed è morta. È lei che, nel pensiero, mi è venuta incontro quando mi hanno assegnato il Premio Viareggio.
Si è ricordato del viaggio con sua figlia?
No, non l’America ma una vacanza di tanti anni fa, quando aveva sette anni. Proprio in Versilia…
E in America Luciano Cecchinel ritornerà?
Ho una specie di crisi di rigetto per questa America. Sta andando “in aceto”.
C’entra anche Trump?
È la causa. È un candidato pericolosissimo. L’ho anche scritto.

(Roberto Grigoletto)

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DA SPONDA A SPONDA ospita perlopiù poesie di viaggio di carattere italo-americano: l’esperienza dell’America mostra lo sguardo sulle realtà d’oltreoceano. Vi è poi un’esperienza dell’America fatta anche nella Vallata di Revine-Lago, dove tra nostalgie, suoni e aneddoti il poeta continua a sperimentare la sua doppia identità, tra Veneto e Stati Uniti.

(una poesia dal libro “Da sponda a sponda”):

grandland of liberty

un’aquila di vertigine su di te
grande terra di libertà che ghermisci
il cielo con miasmi acri e ungulate cuspidi
e semini silenzio e stupore
dai monti patriarchi
dalle praterie dai canyons dai deserti
i lombrichi dell’infimità sotto di te
che abbranchi e dilanii terre
irrefrenabile e noncurante
che getti avanzi ai diseredati
e poi l’uomo incappucciato
signore obliquo dei fuochi della notte
così gli indigeni scompigliati
come foglie ubriache d’acero
per un uragano interminabile
così le bestie scure disseminate
lungo i campi dietro casa
così i vinti alla deriva
tu lo ami il rosso quando fiero
trascina a brandelli
un carnevale di segni sanguinosi
ti commuove il nero
quando in ossessione
sfrena in canto il pianto
fuggiasca e conquistatrice la tua gente
sempre ovunque millepiedi di praterie
formicolio febbricitante per strade
banchine e cieli come per un’immane
prigione protesa
su oceaniche su celesti frontiere
. . . . . .
ma a baciare il tuo suolo affranto l’esule
il contadino entro il recinto
il giusto nei boschi sopra balze oscure
mite il vagabondo all’acqua chiara
un fuoco che arde splende
un profumo lento nella sera

Luciano Cecchinel

(dal libro “DA SPONDA A SPONDA”, Arcipelago Itaca Edizioni – 2019, 12 euro)

(poesia tratta dal sito https://lapresenzadierato.com/)

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Luciano Cecchinel è nato a Revine Lago (TV) nel 1947. Si è laureato in Lettere moderne presso l’Università di Padova e ha INSEGNATO MATERIE LETTERARIE nella scuola media. Dopo un’esperienza in campo amministrativo locale (è stato SINDACO di Revine negli anni ’70), ha partecipato all’attività di gruppi operanti nell’organizzazione del territorio impegnandosi, in particolare, nella costituzione di COOPERATIVE NEL SETTORE AGRICOLO. Interessatosi alla CULTURA POPOLARE e, in particolare, a quella CONTADINA, ha scritto per varie riviste articoli e studi sulle culture subalterne. È stato redattore della rivista politico-culturale «CONFRONTO». La sua attività poetica è rimasta volutamente sconosciuta fino alla pubblicazione della raccolta di poesie in dialetto veneto Al tràgol jért (1988), cui è seguito Senc (1990). I suoi testi hanno ottenuto, fin dal loro primo apparire, importanti riconoscimenti e sono stati ospitati sulle riviste «Diverse lingue», «Pagine», «In forma di parole», «Annuario di Poesia», «clanDestino», «Atelier», «Yale Italian Poetry», «Poesia», «Cartaditalia», «Atlanta Review».

Una riedizione riveduta e ampliata di Al tràgol jért è uscita nel 1999 presso l’editore Scheiwiller con postfazione di Andrea Zanzotto. Prevalentemente in lingua le raccolte Lungo la traccia (Torino, Einaudi, 2005) e Perché ancora / Pourquoi encore (Istituto per la Storia della Resistenza di Vittorio Veneto, 2005) con traduzione di Martin Rueff e note dello stesso Rueff e di Claude Mouchard. Totalmente in lingua la più recente raccolta Le voci di Bardiaga (Rovigo, Il Ponte del Sale, 2008). Tre anni dopo esce una nuova raccolta in dialetto alto-trevigiano, Sanjut de stran (Venezia, Marsilio, 2011) con un’ampia prefazione di Cesare Segre, cui seguono, prevalentemente in lingua, In silenzioso affiorare (Cornuda, Tipoteca Italiana, 2015) con prefazione di Silvio Ramat e con 6 acquerelli di Danila Casagrande e, totalmente in lingua (tranne un testo giovanile in francese), Da un tempo di profumi e gelo (Faloppio, LietoColle, 2016) con postfazione di Rolando Damiani. Del 2018, presso Marcos y Marcos, la sua prima prova narrativa dal titolo La parabola degli eterni paesani. (https://lucianocecchinel.wordpress.com/bio/)

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(una poesia dal libro “Da sponda a sponda”):

con loro

per orizzonti di pianure
e accavallate strisce
di colline e montagne
sempre più fievoli le voci
che anime stremate
hanno lasciato
entro foschie lontane
come di sotto un velo
di tenerezza e rabbia
suoni distorti giù dal cielo
quasi di bestie che hanno cercato
qualcosa che c’era per perdersi
come acqua entro la sabbia
calore di fiamma nel gelo
e con loro sudare
in campi senza ombra
in opifici senza luci
con occhi di musi che sognano
ansimare per strade
sperdute di campagna
su treni-merci entro buio di prigioni
coi tanti loro volti a farsi
d’acero spuma
fumo e frastuono
fino al lampo del vero
luce bianca di gennaio
è così che se ne rivanno
un’altra volta via lontano

Luciano Cecchinel

(dal libro “DA SPONDA A SPONDA”, Arcipelago Itaca)

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